MELTING-POT   "Métissage Culturel - Universel"
"Metissaggio e dialogo delle culture"

MELTING - POT é un programma che ha come scopo, di aprire una finestra di tipo politico e socio-culturale sul mondo africano, luogo di antiche tradizioni e di diaspore dalle origini lontane, ed a volte con conflitti mai risolti. Oltre a questo, l'attenzione sarà rivolta anche agli incontri internazionali, sulle tematiche e problematiche non solo africane, ma anche del mondo.

- Questa rubrica di Mohamed BA, sarà arricchita con documenti audio e video relativi a convegni o servizi, interviste, notizie di agenzie e quanto altro possa servire a contribuire alla conoscenza, alla Ri-conoscenza e alla difesa delle espressioni culturali- universali.

- Un augurio di buona navigazione, nel approfondire la ricerca, nei "meandri" della antropologia culturale africana e occidentale. Ed ai "profani" l'augurio di scoprire l'altra faccia del Metissaggio culturale-Universale.

Il progetto “schiavi dimenticati”

Max Guérout, uno dei fondatori, pioniere del Gruppo di ricerca in archeologia navale (GRAN), lavora da diversi anni, con il sostegno dell’UNESCO, ad un progetto di ricerca archeologica sull’Isola di “Tromelin” (oceano indiano, sulla rotta dei cicloni, ndr) per tentare di perforare il mistero degli schiavi.Con la sua “équipe” (squadra), prepara lo scavo del relitto, localizzato dai meteorologi, e si appronta a tentare di ritrovare delle tracce di soggiorno sulla terra degli schiavi abbandonati. “E’ l’unico modo per risolvere questo straordinario enigma, ha spiegato. "E’ quello di raccontare una appassionata storia dell’umanità."
www.archeonavale.org

° Tromelin è un luogo dove sono state consumate con orrore delle ingiustizie umane. La sua sabbia conserva ancora la traccia di uno dei più grandi drammi marittimi della regione. Il 31 luglio 1761, la “Flùte” (vascello) carico di schiavi.
“L’Utile” é derivata dal brutto tempo sulle scogliere che circondano l’Isola. Il salvataggio si organizza e un centinaio di uomini riescono a raggiungere la terra ferma. Con i frantumi della nave, l’equipaggio costruisce una imbarcazione di fortuna e lascia 60 schiavi neri sulla riva promettendogli di tornare a cercarli. Non torneranno mai. Quindici anni più tardi, la “corvette” “La Dauphine”, getta l’ancora in prossimità, e scopre i sopravvissuti: sette donne e un bambino. Non si saprà mai come sono sopravvissuti. Oggi ancora, si intravede l’ancora dell’ Utile (nave) nella marea bassa. I suoi cannoni arrugginiti serviranno d’ora in avanti a dei nidi di numerose fregate ed ai pazzi dai piedi neri che condividono l’Isola con meteorologi, gli ultimi naufraghi volontari di Tromelin.

* Per impossessarsi di queste Isole sul versante africano (tra il canale del Mozambico e l’oceano indiano) c’è stata una dura lotta tra Inglesi e Francesi ed infine è stata la Francia ad annettere le isole