Dall'altra parte del vetro: scopriamo i nostri redattori di Radio Radicale
MELTING - POT é un programma che ha come scopo, di aprire una finestra di tipo politico e socio-culturale sul mondo africano, luogo di antiche tradizioni e di diaspore dalle origini lontane, ed a volte con conflitti mai risolti. Oltre a questo, l'attenzione sarà rivolta anche agli incontri internazionali, sulle tematiche e problematiche non solo africane, ma anche del mondo.
- Questa rubrica di Mohamed BA, sarà arricchita con documenti audio e video relativi a convegni o servizi, interviste, notizie di agenzie e quanto altro possa servire a contribuire alla conoscenza, alla Ri-conoscenza e alla difesa delle espressioni culturali- universali.
- Un augurio di buona navigazione, nel approfondire la ricerca, nei "meandri" della antropologia culturale africana e occidentale. Ed ai "profani" l'augurio di scoprire l'altra faccia del Metissaggio culturale-Universale.
L’annullamento del debito dei paesi poveri é lungamente stato uno delle rivendicazioni maggiori delle ONG.
I paesi in via di sviluppo lo reclamavano ugualmente in coro. Jacques Chirac, autoproclamandosi “avvocato dell’Africa”, lo aveva pare, spesso sognato. E paradossalmente, è Tony Blair, il Primo ministro britannico “liberale”, che l’ha fatto. L’aiuto all’Africa e la lotta contro la povertà nel mondo sono in effetti tra i suoi cavalli di battaglia. E’ alla sua iniziativa che i ministri delle Finanze del G7 (i sette paesi più industrializzati) hanno deciso, il 10 giugno scorso a Londra, la eliminazione di 40 miliardi di dollari del debito multilaterale di diciotto paesi poveri, la maggior parte africani (1). Quello che non è stato vinto prima.
Tony Blair aveva tra l’altro preso il suo “bastone da pellegrino” per rendere visita una settimana prima al presidente americano George W. Bush, per convincere l’inquilino della Casa Bianca, del ben fondato progetto e della sua andatura.
Tuttavia, le discussioni sono state strette nella capitale britannica. Particolarmente in ragione delle divergenze di vista tra la Gran –Bretagna e gli Stati – Uniti da una parte, la Francia, la Germania e il Giappone, dall’altra parte, sul miglior modo di lottare contro la povertà nel mondo. Hanno in particolare inciso sulle modalità di finanziamento della misura.
La Francia ha giudicato “inaccettabile” un arrangiamento che non preciserà le modalità del suo finanziamento. Temeva che si rifacesse sulle risorse della Banca Mondiale e della BAD (Banca Africana dello Sviluppo- ndr). Quello che limiterà i mezzi di azione di quelle istituzioni a favore dei paesi poveri. In chiaro, Parigi sospettava di certi suoi “partners” del G7 di voler riprendere dalla “mano sinistra” quello che danno dalla “mano destra” ai paesi poveri. Un principio di compensazione é finalmente stato definito. Ogni dollaro di debito cancellato sarà finanziato dai paesi ricchi. Dove il sollievo di Gordon Brown, il cancelliere della scacchiera (ministro delle Finanze della Grande- Bretagna), che si era infiammato, una volta l’accordo ottenuto ha dichiarato: “una era nuova tra i ricchi e i poveri del mondo”.
Senza versare nell’ ardore del numero due del governo britannico, il gesto è storico. In effetti, per la prima volta, il debito dei “PPTE” (paesi poveri molto indebitati) contratta presso l’FMI (Fondo monetario internazionale), della Banca mondiale e della Banca africana dello sviluppo (BAD), è puramente e semplicemente cancellata con un tratto di penna. Nei dodici e diciotto mesi prossimi, l’accordo potrebbe essere esteso a nove altri paesi. Undici altri potranno beneficiare al loro turno.
A condizione di soddisfare le esigenze della Banca mondiale e del (FMI) in materia di “performance” economica e di “Bonne- gouvernance” (Buon governo). L’accordo del G7 dovrà essere convalidato nel settembre prossimo, durante la riunione della Banca mondiale e del (FMI), prima della sua messa in applicazione. Che non si farà da un versamento in natura, ma dall’impegno dei paesi ricchi ad assumere il rimborso del debito. Quello che equivale a un contributo al “vaso” comune di 1,5 miliardi di dollari all’anno. Un sforzo che non dovrà mettere questi paesi sulla paglia…
Dove senza dubbio, la soddisfazione tinteggiata di riserva di Thabo Mbeki, il Capo di Stato Sudafricano, si tratta “di un passo nella buona direzione”, ma bisogna “migliorare molto”, ha indicato il successore di Nelson Mandela.
Stessa posizione mitigata dalla parte di una coalizione di organizzatori di settanta cinque paesi membri del “Global Call for Poverty”, intitolata “2005 niente scuse”, che lotta contro la povertà nel mondo. “Malgrado l’effetto dell’ annuncio, non si tratta del 100% dell’ annullamento del debito dei paesi poveri. Solo diciotto paesi sono per ora interessati sui quarantadue figuranti nella iniziativa (PPTE). E le condizioni per beneficiarne restano le stesse: mettere in campo i programmi di aggiustamento strutturale del FMI, che passano dalla privatizzazione dei servizi, l’apertura dei mercati, il rigore budgetario” , ha sottolineato il suo rappresentante a Londra.
(1) I diciotto paesi beneficiari: Benin, Bolivia, Burkina Faso, Etiopia, Ghana, Guyana, Honduras, Madagascar, Mali, Mauritania, Mozambico, Nicaragua, Niger, Ruanda, Senegal, Tanzania, Uganda e Zambia.