MELTING-POT   "Métissage Culturel - Universel"
"Metissaggio e dialogo delle culture"

MELTING - POT é un programma che ha come scopo, di aprire una finestra di tipo politico e socio-culturale sul mondo africano, luogo di antiche tradizioni e di diaspore dalle origini lontane, ed a volte con conflitti mai risolti. Oltre a questo, l'attenzione sarà rivolta anche agli incontri internazionali, sulle tematiche e problematiche non solo africane, ma anche del mondo.

- Questa rubrica di Mohamed BA, sarà arricchita con documenti audio e video relativi a convegni o servizi, interviste, notizie di agenzie e quanto altro possa servire a contribuire alla conoscenza, alla Ri-conoscenza e alla difesa delle espressioni culturali- universali.

- Un augurio di buona navigazione, nel approfondire la ricerca, nei "meandri" della antropologia culturale africana e occidentale. Ed ai "profani" l'augurio di scoprire l'altra faccia del Metissaggio culturale-Universale.

Il caso dell'Africa

Una degradazione della situazione

Malgrado alcuni segni di ripresa, l'Africa rimane al di fuori degli scambi "mondializzati".
Le politiche di aggiustamento non hanno permesso il risanamento scontato del Continente. Esse hanno, al contrario, accelerato la sua marginalizzazione. Con 34 PMA (paesi meno avanzati su un totale di 49 e 34 PPTE (paesi poveri molto indebitati su 42), l'Africa cumula risultati negativi sul piano economico.

Uno sviluppo umano in regresso

"Quasi tutti i paesi a (scarso) "basso sviluppo umano" che sono classificati nella categoria inferiore dell'indicatore di sviluppo umano, si trovano nell' Africa subsahariana: 30 su 34.
In Africa subsahariana, sono le stragi dovute all'HIV/SIDA responsabili dell'immersione dell'indicatore dello sviluppo umano nel 2003. La speranza di vita e' spettacolarmente diminuita, in alcuni paesi di quella zona, allorché, un quinto degli abitanti sono sieropositivi o hanno riscontrato la malattia.Se, per esempio l'Africa del Sud ha perso 28 posti confronto al 1990, e' principalmente a seguito di un aumento della mortalità dei giovani sotto l'effetto di malattie legate all'HIV.

la constatazione e' globalmente la stessa per il Botswana, il Swaziland, lo Zambia e lo Zimbabwe. Per tanto l'indicatore dello sviluppo umano 2003 porta anche delle buone notizie provenienti dal terzo mondo. In effetti si osservano dei grandi avanzamenti:

Il Benin, il Ghana, le Mauritius, l'Ouganda, il Rwanda ed il Senegal hanno progredito tutti in maniera significativa nella graduatoria dal 1990.

Esportazioni deboli e dipendenze dalle materie prime

"A dispetto dei programmi di aggiustamento strutturale applicati da anni, una grande parte dell'Africa subsahariana rimane dipendente dai prodotti di base.
Inoltre, dato che la conferenza di Cancùn (Mexico) ha messo in evidenza il caso del cotone, le enormi sovvenzioni accordate dal Nord hanno contribuito " in misura non negligente, a "scalzare" gli sforzi mostrati da alcuni paesi africani nel respingere la povertà' ".

(...) Paradossalmente, ben vero che l'Africa e' rimasta dipendente dalle esportazioni e dai prodotti primari non combustibili, essa ha perso del terreno nelle esportazioni mondiali di quei prodotti, dove la sua quota è passata dal 6% nel 1980 al 4% circa nel 2000. Il tasso di crescita annuale medio di quelle esportazioni e' stato del 0,6% per l'Africa contro il 3,3% in media per l'insieme dei paesi in via di sviluppo ed il 5% per l'Asia.

Riguardo la porzione del continente africano, nelle esportazioni totali di merci, si e' allontanata dal 6,3% al 2,5% .

(...)L'evoluzione sfavorevole dei termini di scambio e la perdita di quota di mercato, principali cause del forte addebitamento del continente, hanno gravemente nuociuto allo sviluppo economico dell'Africa subsahariana, da cui l'indebolimento del risparmio e dell'investimento. Per le stesse ragioni, molti paesi africani che beneficiano attualmente di un alleggerimento del debito nell'ambito dell'iniziativa in favore dei paesi poveri molto addebitati (PPTE), rischiano di ricadere, secondo le proiezioni delle istituzioni finanziarie multilaterali, ad un livello d'addebitamento intollerabile. In media, i PPTE i cui indicatori del debito si deteriorano, sono sempre a lungo dipendenti dalle esportazioni di prodotti di base e le loro esportazioni avvertono una instabilità molto più forte di quelle delle esportazioni di altri PPTE."

Il NEPAD (Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell'Africa):Una speranza

La pratica, venuta dal continente africano, si basa sulla constatazione seguente:se i paesi africani rinforzano collettivamente la gestione dei loro paesi, nei suoi aspetti politici ed economici, essi attireranno dei flussi più importanti di capitali privati e pubblici. In compenso i dirigenti africani s'ingaggiano, nel quadro di questo nuovo partenariato, per promuovere nei loro paesi una buona "Gouvernance",includendo democrazia e lotta contro la corruzione,ottenendo cosi'il sostegno del gruppo dei 7 (G7) e dell'FMI.

"Il Nuovo Partenariato per lo Sviluppo dell'Africa merita a doppio titolo la sua qualifica di "processus"rinnovante.Il carattere rinnovatore della pratica, deriva in primo luogo dall'origine "africana" dell'iniziativa. Conviene ugualmente insistere sull'aspetto "partenariato" del progetto. Il Nepad costituisce in effetti una proposta per la costruzione di nuove basi nei rapporti tra l'Africa ed i suoi "partner" del Nord (...)

Il NEPAD mette dunque in valore una pratica d'appropriazione dell'Africa del suo sviluppo e manifesta una volontà di cambiamento nel modo in cui gli africani affrontano i loro problemi. Fondato su una presa in carica diretta dello sviluppo economico e sociale dei paesi interessati, il Nuovo Partenariato esprime il desiderio di quei paesi di definire le loro proprie strategie in modo autonomo, in relazione alle istituzioni di Bretton Woods e di altri partner internazionali.

Concretamente, il Nuovo Partenariato deve tradursi attraverso un "recentrage" delle politiche di aiuto verso i programmi nazionali elaborati dai paesi africani. L'essenziale del Nuovo Partenariato e' di mettere in piedi un aiuto che permetta agli africani di sbloccare i progetti che hanno loro stessi intrapreso. (...)

Gli stati africani, attraverso gli ingaggi che sono stati consentiti nel quadro del NEPAD, si sono fissati come obiettivo comune di permettere all'Africa di colmare il suo ritardo a confronto con le regioni sviluppate del mondo. La finalità' del programma e' di mettere una scadenza alla marginalizzazione del Continente e di permettere l'inserzione delle economie africane nell'economia mondiale. (...)

Per realizzare questo obiettivo, il Nuovo "partenariato" si appoggia su una politica economica che mette l'accento sul settore privato e sulla economia di mercato. In quanto piano di sviluppo, il NEPAD ricerca innanzitutto il fiorire dei mercati dell'Africa e la loro integrazione nei mercati mondiali, associandoli strettamente col settore privato. A tal fine, prevede la creazione di un ambiente sano e favorevole per gli imprenditori locali e propone di sviluppare le micro-imprese (les micro-entreprises) e i PME.

Gli investimenti diretti stranieri (IDE) e gli scambi commerciali devono essere favoriti.

(Fonte documentazione francese)