MELTING-POT   "Métissage Culturel - Universel"
"Metissaggio e dialogo delle culture"

MELTING - POT é un programma che ha come scopo, di aprire una finestra di tipo politico e socio-culturale sul mondo africano, luogo di antiche tradizioni e di diaspore dalle origini lontane, ed a volte con conflitti mai risolti. Oltre a questo, l'attenzione sarà rivolta anche agli incontri internazionali, sulle tematiche e problematiche non solo africane, ma anche del mondo.

- Questa rubrica di Mohamed BA, sarà arricchita con documenti audio e video relativi a convegni o servizi, interviste, notizie di agenzie e quanto altro possa servire a contribuire alla conoscenza, alla Ri-conoscenza e alla difesa delle espressioni culturali- universali.

- Un augurio di buona navigazione, nel approfondire la ricerca, nei "meandri" della antropologia culturale africana e occidentale. Ed ai "profani" l'augurio di scoprire l'altra faccia del Metissaggio culturale-Universale.

ATTUALITA’

Elezioni nel Togo: un Bretone candidato

Kofi Yamgnane, ex-ministro di Bérégovoy (Francia), vuole “restituire il suo savoir-faire al suo paese” fu deputato-sindaco, segretario di Stato, é tuttora Vice-presidente del consiglio generale del “Finistère” e sbriga d’ora in avanti niente di meno che una presidenza. Dove? Nel Togo , Kofi Yamgnane, 59 anni, membro dei governi socialisti di Edith Cresson e di Pierre Bérégovoy(1991-1993), ingegnere delle Mine e grande costruttore di ponti nella sua Bretagna di adozione, si vuole uomo di passerella. Il burlone che si definiva poc’anzi come “il Bretone del dopo mar nero” risente l’appello del paese dalla morte, il 5 febbraio scorso, del presidente “a vita” Eyadéma Gnassingbé – 38 anni di potere non condiviso. “Sono debitore di fronte alle mie origini”, spiegava nell’esposto dei motivi della sua candidatura sul suo sito Sursaut Togo:” devo con l’esperienza e la pratica democratica acquisite in Francia, restituire il mio sapere ai fratelli e sorelle del mio paese” Invece, la situazione a Lomé é per ora tutto tranne democratica: una successione dinastica si profila nella persona di Faure Gnassingbé, figlio del presidente defunto. “Il Togo é in pericolo di “ ivorisation”, assicura il candidato di fronte al rischio di scontri tra il clan di Faure, che richiama “il piccolo”, un altro figlio di Gilchrist Olympio, esiliato a Parigi dalla uccisione del padre, oppositore del regime di Eyadéma . Questo ultimo condivide con l’ex-segretario di Stato francese lo stesso handicap: non é residente recentemente nel Togo.
La Costituzione nazionale obbliga in effetti ogni candidato ad una residenza di almeno dodici mesi prima del deposito delle candidature. Una difficoltà che il fiammeggiante Kofi tenta di contornare domandando una sorta di moratoria, sotto forma di amministrazione provvisoria, prima dello scrutinio . C’è ancora bisogno che i 5 milioni di Togolesi applaudono il ritorno di un compatriota percepito come “un cavallo di Troia” di una Francia che ha sempre sostenuto il presidente autocratico… “La questione che si pongono oggi i Togolesi é di sapere perché il loro figlio dimenticato di Bretagna non ha preso posizione prima per fare cambiare la politica della Francia”, avanza un “Togolese di Toulouse” sul sito del candidato alla candidatura. Un altro si inquieta, a giusto titolo, dei pericoli percorsi da questo ultimo- e la sua famiglia rimasta al paese- in una congiuntura esplosiva.