MELTING-POT   "Métissage Culturel - Universel"
"Metissaggio e dialogo delle culture"

MELTING - POT é un programma che ha come scopo, di aprire una finestra di tipo politico e socio-culturale sul mondo africano, luogo di antiche tradizioni e di diaspore dalle origini lontane, ed a volte con conflitti mai risolti. Oltre a questo, l'attenzione sarà rivolta anche agli incontri internazionali, sulle tematiche e problematiche non solo africane, ma anche del mondo.

- Questa rubrica di Mohamed BA, sarà arricchita con documenti audio e video relativi a convegni o servizi, interviste, notizie di agenzie e quanto altro possa servire a contribuire alla conoscenza, alla Ri-conoscenza e alla difesa delle espressioni culturali- universali.

- Un augurio di buona navigazione, nel approfondire la ricerca, nei "meandri" della antropologia culturale africana e occidentale. Ed ai "profani" l'augurio di scoprire l'altra faccia del Metissaggio culturale-Universale.

11 luglio 1965 L’Africa, la Cina e gli Stati - Uniti

Si deve constatare che nessun Stato dell’Africa nera è già più indipendente, perché nessuno saprà modificare il suo regime politico in un senso sospettoso allo “Zio Sam” senza ricevere la sua “visita”. Gli Stati- Uniti tengono a conservare l’Africa nel campo occidentale, nella loro propria sfera d’influenza, per parlare di un modo più chiaro.[…]
La colpa è di essersi organizzato in tempo su delle basi politiche unitarie più viabili, ma implicando più sacrifici personali, non resta oggi che la fase delle “lacrime” che si annuncia. Alcuni si illudono provando di organizzare il loro saluto individuale. Non c’è sicurezza che collettiva nella situazione attuale dell’Africa.

L’avvenire resta oscuro. L’imperialismo intende organizzare l’anarchia su tutto il continente africano in modo da conservare l’iniziativa politica che ha già ritrovato e che gli era stata tolta dai movimenti di liberazione, alla vigilia dell’indipendenza degli Stati. E’ un fatto nuovo di una importanza capitale, sul quale è rilevante che l’attenzione degli africani si polarizzi. […]

Il Ghana, il Mali, la Guinea, la Tanzania, il Congo- Brazzaville sono già minacciati a dei gradi differenti dall’imperialismo che non vorrebbe che una esperienza politica qualsiasi, maneggiate indipendentemente da esso, possa essere conclusiva e possa, di questo fatto, ispirare altri paesi delle velleità d’indipendenza. […]

Entriamo in una era di umiltà e di umiliazione.
Non ne usciremo che dall’adozione di una soluzione politica di natura federale. E’ certo che gli interessi dei popoli non si oppongono mai ad una simile soluzione.
Al contrario, tutto invita i “Dahoméens” (abitanti del Benin oggi-ndr), i Senegalesi, gli Ivoriani, i Guineani, i Maliani (del Mali), ecc…, a unire i loro mezzi per decuplicare la loro capacità di resistenza all’anarchia e al dominio straniero.
Il quadro politico africano, nel quale uno sforzo di costruzione economico razionale potrebbe essere intrapreso, non esiste ancora. La sua creazione dipende solo dagli Africani. Si trasporta in modo illusorio la difficoltà provando di realizzare dei raggruppamenti economici al di fuori del terreno politico.
C’è bisogno di un esecutivo federale, cosi embrionale che sia, sul quale sarà trasferito un minimo di poteri, permettendolo per esempio di decidere della specializzazione regionale.
Cheikh Anta Diop (Scienziato africano- senegalese il cui nome onora oggi l’Università di Dakar (Senegal)-ndr).