Dall'altra parte del vetro: scopriamo i nostri redattori di Radio Radicale
MELTING - POT é un programma che ha come scopo, di aprire una finestra di tipo politico e socio-culturale sul mondo africano, luogo di antiche tradizioni e di diaspore dalle origini lontane, ed a volte con conflitti mai risolti. Oltre a questo, l'attenzione sarà rivolta anche agli incontri internazionali, sulle tematiche e problematiche non solo africane, ma anche del mondo.
- Questa rubrica di Mohamed BA, sarà arricchita con documenti audio e video relativi a convegni o servizi, interviste, notizie di agenzie e quanto altro possa servire a contribuire alla conoscenza, alla Ri-conoscenza e alla difesa delle espressioni culturali- universali.
- Un augurio di buona navigazione, nel approfondire la ricerca, nei "meandri" della antropologia culturale africana e occidentale. Ed ai "profani" l'augurio di scoprire l'altra faccia del Metissaggio culturale-Universale.
È in una aria di dispiacere generale che la 15^ Conferenza delle parti alla Convenzione-quadro delle Nazioni-Uniti sul cambiamento climatico di Copenhagen è terminata, il 18 dicembre. Un Summit per nulla fallito, dicono alcuni, per altri invece sono stati scarsi i risultati, nessun avvicinamento delle posizioni. La generosità dei discorsi pronunciati non ha contribuito per nulla all’avvicinamento delle posizioni.
L’accordo giuridicamente costrittivo aspettato dall’intero pianeta è rimasto un sogno. La rigidità nel corso delle negoziazioni fu tale che la conferenza è passata solamente accanto al suo obiettivo.
Ha partorito un accordo politico a seguito delle dichiarazioni fatte. Accordo che non è stato negoziato e adottato infine da meno di una trentina di personalità auto - nominate tra i 120 dirigenti del mondo presenti ! Peccato!.
Le sfide economiche mondiali hanno confinato in secondo piano i negoziati sul clima. Per quanto riguarda le azioni impegnative si sono riscontrati alle esigenze o alla resistenza di alcuni. Abbiamo notato i paesi emergenti, insistere sulle loro imperative di crescita e di sviluppo e rifiutare di assumere la stessa responsabilità dei paesi industrializzati.
Accettando obiettivi cifrati, la Cina ha respinto - per dei motivi di sovranità- che un organo indipendente vada a controllare il livello delle sue emissioni di gas. Di colpo, gli Stati-Uniti si sono opposti ad ogni auto-controllo.
“L’accordo di Copenhagen” è stato presentato al “Plenum”, senza alcuna possibilità di modifica, senza impegni cifrati di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ( CO2 ) da parte dei paesi industrializzati e dei paesi emergenti, senza finanziamenti sufficienti e prevedibili per i paesi in sviluppo, con nessun
consenso.
Il caos della fine ha spinto gli organizzatori a chiedere ai paesi partecipanti di associarsi all’accordo politico, nel corso di gennaio 2010, affinché si possa confermare gli impegni finanziari o di beneficiare delle ricadute di questa dichiarazione.
Nonostante tutto, Copenhagen ha portato i paesi industrializzati ad una promessa di aiuto finanziario ai paesi in sviluppo di circa 30 miliardi di dollari nel corso dei tre prossimi anni. Prima che raggiunga 100 miliardi di dollari nell’anno , fino al 2020.
Ma le risorse di questo finanziamento, la sua “ Governance ” e le procedure di sovvenzioni delle risorse sono sconosciute.
Prima della prossima conferenza che si terrà in Messico, una riunione è prevista a Bonn (Germania), da qui a tre - sei mesi. Il suo scopo è di perseguire i negoziati in vista di un accordo giuridicamente costrittivo. Nel frattempo, i finanziamenti promessi sono irrisorie confronto ai bisogni dei poveri.
L’Africa sola, ha bisogno di 500 miliardi di dollari per adattarsi al cambiamento climatico. Occorrono in più, 10 miliardi per una gestione sostenibile delle foreste tropicali.
I paesi in sviluppo hanno interesse a rimanere solidali e resistere a tutte le pressioni. Se vuole ancora avere un peso sui negoziati e strappare parte del nuovo accordo, l’Africa deve rimanere unita.
L’accordo ricercato dipenderà dai due grandi inquinatori del mondo: Cina e Stati-Uniti.
Henri Djombo
Ministro dello sviluppo
sostenibile, dell’Economia
forestale e dell’ambiente
Congo-Brazzaville
Africa
Parole:
“Il cambiamento climatico ci farà capire
che condividiamo lo stesso pianeta e che
le sofferenze dei vicini sono le nostre.
Jeremy Rifkin- Economista